L'ultima sezione del questionario è dedicata alla formazione continua. Le
domande avevano lo scopo di determinare quanto tempo e quante risorse
vengono destinate all'aggiornamento (Tav. 67 e
Tav. 68) e di sondare l'interesse
nei confronti di determinate tematiche proposte normalmente nei seminari
organizzati dall'Associazione Italiana e Interpreti o da terzi (Tav.
61).
Come dimostrato dalla Tav. 62, il 53% dei T/I nell’ultimo anno non ha frequentato nessun seminario di
aggiornamento (i motivi vengono riassunti nella Tav. 64: principalmente motivi
organizzativi e di costi; il costo è un tema che ricorre anche nella
Tav. 65
condizioni determinanti per la scelta di un corso on-line in alternativa ad
un corso in aula), mentre la Tav. 61 rileva che negli ultimi 2-3 anni solo
il 22,8% (155 risposte) non ha partecipato ad alcuna attività di formazione.
Fra
quelli che nell’ultimo anno hanno frequentato un seminario di formazione, la
maggioranza ha seguito 1 o max. 2 corsi.
Fra
le attività più seguite figurano i corsi organizzati dalle associazioni
professionali e i corsi di terzi, seguiti da convegni universitari e in modo
marginale da corsi on-line (50 risposte) e master (50 risposte). In merito
alla partecipazione ai seminari professionali si rileva che la stragrande
maggioranza è stata soddisfatta o abbastanza soddisfatta del corso seguito.
Fra
le altre attività formative diverse da quelle proposte (Tav.
61) sono stati
citati la formazione offerta direttamente dalle aziende in cui operano i T/I
dipendenti, i dottorati universitari, le lauree specialistiche e i corsi per
l’ottenimento di un diploma per traduttore all’estero (IOL). Altre risposte
riguardano invece forme di aggiornamento da autodidatta (studio personale,
lettura di testi e stampa in lingua straniera ecc.) e la partecipazione a
convegni e conferenze nelle materie di specializzazione.
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